Post pubblicato su LinkedIn il 20/09/2025

Dati recenti dal Regno Unito raccontano un mercato del lavoro in forte contrazione: Indeed registra -33% di annunci per neolaureati, e James Reed (CEO di Reed) parla di un crollo da 180.000 a 55.000 offerte in pochi anni. I ruoli di ingresso, un tempo porta d'accesso al lavoro, stanno sparendo. Il percorso lineare università → primo impiego → crescita professionale appartiene ormai al passato. Nel nuovo panorama lavorativo, l'AI premia un paradosso: non serve più competere sulle conoscenze di base – l'AI le possiede già in abbondanza – ma sviluppare quella supervisione esperta che solo l'esperienza umana può garantire. Saper guidare un'intelligenza potente richiede una competenza superiore: quella di dare direzione e senso a ciò che l'AI sa fare.

L'AI rende il sapere più accessibile con tutor virtuali, spiegazioni personalizzate e feedback immediato. Un aiuto straordinario, che però non sostituisce il valore del confronto umano e della profondità dello sviluppo della conoscenza di un ambiente accademico tradizionale. La vera sfida è capire come valutare le competenze in questa nuova realtà: un elaborato riflette lo studente o l'AI? E test standardizzati come l'INVALSI cosa misurano davvero?

Servono nuove vie: progetti concreti, simulazioni di soft skills, problem-solving in scenari complessi, collaborazione con l'AI come competenza chiave e valutazioni centrate sui processi.

Ma attenzione: stiamo parlando di qualcosa di ben più profondo di un semplice aggiornamento delle metodologie didattiche. Queste competenze non servono solo per adattarsi a un nuovo modo di lavorare. Sono il fondamento per costruire una relazione consapevole e responsabile con tecnologie che permeeranno ogni aspetto della vita dei nostri ragazzi. Stiamo formando la generazione che dovrà governare – non subire – la trasformazione digitale, che dovrà distinguere tra ciò che è autentico e ciò che è artificiale, che dovrà preservare l'essenza dell'umano in un mondo sempre più automatizzato. È la posta in gioco per la società del domani.

La vera sfida per le scuole e le università sarà integrare l'AI come alleato e puntare su ciò che resta umano: creatività, pensiero critico, sintesi. Non deve trattarsi di piegare l'istruzione alle logiche aziendali, ma di aprire spazi dove il sapere accademico incontri le sfide reali della società e dell'economia, senza snaturarsi. Vince chi saprà costruire ecosistemi in cui formazione, ricerca e mondo del lavoro dialoghino, arricchendosi a vicenda.

In un mondo dove l'informazione è ovunque, il valore non è cosa pensare, ma come pensare – necessariamente insieme all'AI.

La conversazione è aperta. hashtag#AI hashtag#Education hashtag#FutureOfWork hashtag#HigherEducation